Henné
Per Henné si intende una polvere giallo-verde che deriva dalle foglie essiccate e micronizzate di una pianta spinosa appartenente alla famiglia delle Lythraceae, la Lawsonia inermis. La pianta è in uso fin dall’antichità nella zona di origine e cioè l’Egitto.Spesso si attribuisce il termine henné ad una miscela di Lawsonia inermis con altre polveri di piante essiccate (mallo di noce, Indigofera tinctioria, Cassia obovata, Rabarbaro, Robbia, Camomilla, Campeggio, etc.)
L’Henné viene usato per le sue proprietà coloranti e riflessati sui capelli. In India e Nordafrica viene usata anche per i tatuaggi temporanei in occasioni religiose.
La produzione e la selezione di Henné di qualità richiede sempre più attenzione, bisogna infatti tenere conto che la stessa pianta a seconda della provenienza e dell’epoca di raccolto può dare risultati molto diversi. Bisogna poi eseguire analisi microbiologiche per escludere la presenza di patogeni e analisi chimiche per valutare la presenza del Nickel e dei metalli pesanti come piombo (Pb), cadmio (Cd) e mercurio (Hg).
E’ necessario poi tenere conto che l’Henné può contenere anche altre sostanze adulteranti che fortificano il colore come ad esempio il picrammato di sodio, il nitrato di argento, il cromo, la p-fenilendiammina, etc. Altro aspetto da valutare è l’effetto negativo che può avere l’Henné su persone affette da favismo. Da tutto questo si evince che comprare l’Henné al bazar magari al prezzo di 1,5 € può essere davvero rischioso.
L’Henné che trovate nella nostra erboristeria è conforme alle Direttive Europee e regolarmente registrato al CPNP, possiede il P.I.F. (Product Information File), è stato sottoposto a controlli analitici, Challenge Test, prove di invecchiamento per determinarne il P.A.O. (Period After Opening).
La Lawsonia inermis a seconda dell’origine può dare vita a prodotti leggermente diversi, ad esempio l’Henné rosso n.3 è fatto con le foglie di Lawsonia provenienti dall’Iran o India, mentre l’Henné rosso n.2 proviene dall’Egitto, Pakistan, Senegal. Questo ci fa capire che le caratteristiche dei terreni, il microclima, la frequenza delle piogge, e le lavorazioni influenzano la biochimica vegetale dando origine a prodotti diversi partendo dalla stessa specie botanica. Un po’ come avviene per il vino dove è massima l’importanza del terroir. Ad esempio se pensiamo che sempre uno stesso vitigno, il Sangiovese, coltivato in Toscana può dare origine ad un Brunello di Montalcino o un Chianti, in Abruzzo un Montepulciano, nelle Marche il Conero, etc.
La Lawsonia ha due pigmenti uno giallo e l’altro rosso e contiene dei precursori del Lawsone (sennosidi) e i suoi gruppi cromofori cambiano in base a come la si prepara. Ad esempio si può giocare con il pH inserendo nella miscela aceto, limone per acidificare oppure bicarbonato di sodio per basificare. Il legno di campeggio (Haematoxylum campechianum) a pH acido risulta marroncino-rosso, invece a pH basico diventa viola.
Ogni pianta messa in acqua ha un proprio pH specifico, quando si fanno miscele composte da più piante si cambia inevitabilmente il pH. Ad esempio miscelare il Rabarbaro con l’Indigofera tinctoria (Henné nero) si ottiene un colore marroncino. Il Rabarbaro di suo ha un pH acido e dà un colore giallo chiaro, ma in ambiente basico dà un colore arancione, mentre l’Indigofera ha un pH alcalino e colora di blu-viola, ma portato a pH acido dà un colore verde.
Da non trascurare anche l’importanza della durezza dell’acqua con cui si prepara la pastella. L’acqua dura e cioè ricca di sali disciolti di Calcio e Magnesio, rende bene sulle tonalità fredde contenenti Indigofera, mentre acque dolci vanno meglio sui toni caldi.
Considerando che il mondo vegetale presenta una forte variabilità da lotto a lotto anche se della stessa specie, si capisce che ogni qual volta che si predispone una miscela di più piante bisogna riformulare nuovamente la composizione per cercare di avere un colore standard.
Altro aspetto fondamentale per avere un prodotto di qualità è la micronizzazione. In Egitto polverizzano sia le foglie che i ramoscelli (polvere più sabbiosa e meno fine), mentre in India solo le foglie. Una pastella grumosa non sarà in grado di trasferire il colore perché all’interno avrà la polvere secca.
A questo punto bisogna valutare un altro aspetto fondamentale che è l’interazione tra il capello e l’Henné. Se il capello è vuoto, rovinato, vetroso, duro e pieno di sali, il colore dell’Henné non riesce ad essere trasferito. E’ importante fare l’Henné su capello umido e appena lavato perché il grasso presente sul capello non lavato sarebbe di intralcio nel trasferimento del colore. Altro motivo è che il capello umido di vapore ha le squame aperte e queste sono ricettive sul colore. Al contrario, la tinta si fa sul capello sporco perché il sebo lo protegge dagli agenti aggressivi. Le erbe invece vanno ad appoggiarsi stratificandosi sul colore di partenza. Con l’Henné risulta quindi molto difficile schiarire, di solito si scurisce perché si apporta altro colore.
Alcune piante con proprietà tonalizzanti (riflessanti) usate da sole trasferiscono poco colore sulla cheratina del capello, ma con l’aggiunta della Lawsonia diventano molto performanti. Ad esempio se uso il solo mallo di noce sul capello bianco non avrò alcun effetto. Diversamente se abbino il mallo di noce alla Lawsonia inermis (Henné rosso) otterrò una colorazione castano sui capelli bianchi di partenza.
In caso di ricrescita di capelli bianchi, per dare colore uniforme, scelgo la miscela giusta e la applico solo sulla ricrescita (radice) sovrapponendo al massimo di 1 cm. Dopo un’oretta si prepara una pastella più liquida della stessa miscela e la si applica al resto dei capelli lasciando in posa per 15-20 minuti. Facendo spesso l’Henné la ricrescita non sarà più bianca ma ramata, perché l’Henné stratifica e il capello si scurisce e aumenta di diametro.
Come tempo di posa si consiglia di non superare le 3 h per evitare fenomeni di sensibilizzazione che potrebbero verificarsi negli anni. Dopo aver fatto l’Henné si consiglia di effettuare un lavaggio per togliere i granelli di polvere in eccesso.
Altro passaggio fondamentale, per ottenere una colorazione adeguata, è quello di preparare la pastella con polvere di Henné ed acqua a 50-70°C un po’ prima dell’applicazione, in modo che il pigmento si ossidi e formi il complesso cromoforo. Normalmente basta 1h prima dell’applicazione, mentre per la sola Lawsonia si consiglia almeno 4-6h prima. Volendo si può aggiungere alla pastella un cucchiaio di aceto se i capelli sono grassi, il succo di mezzo limone se i capelli sono chiari, se i capelli sono secchi meglio un cucchiaio di Yogurt su 100g di polvere.
Si consiglia, per una migliore performance di colorazione l’applicazione preliminare di Cassia obovata (Henné neutro) almeno uno o due giorni prima. L’Henné neutro è un ottimo mordenzante perché ricco di tannini che permettono un miglior legame con i pigmenti.
Per evitare “crazy color” è bene non fare Henné su capello appena decolorato, perché la squame del capello è aperta e questo iperassorbe il colore, è quindi consigliato fare prima una prova su una piccola ciocca di capelli. I pigmenti sintetici e naturali non coesistono in maniera armonica quindi fare la tinta subito dopo aver fatto l’Henné potrebbe dare origine a risultati a chiazze o addirittura ad una non colorazione. Si può invece fare il contrario e cioè fare l’Henné dopo la tinta.
Per una copertura ottimale dei capelli bianchi per risultati castani conviene effettuare un doppio passaggio prima con Henné rosso n.3 (applicazione veloce di 15-20 minuti) poi si risciacqua e poi con Henné nero (applicazione di 1 ora e mezza) in tal modo si arriva ad avere una copertura sui bianchi del 90%. Altra possibilità è di inserire nel primo passaggio un 30% di Miscela Mallo di Noce o di Miscela Nocciola insieme ad un 70% di Henné Rosso n.3, in modo da avere già in uscita dal primo passaggio un risultato più vicino a quello desiderato.
Dopo aver fatto l’Henné è difficile decolorare, ma questo può anche dipendere dal tipo di capello. Si può fare in ogni caso un tentativo con Henné neutro con aggiunta del succo di mezzo limone per 45 minuti di posa. L’Henné neutro ridà corpo e grazie ai tannini contenuti è in grado di destratificare.
Infine è bene ricordare che con gli Hennè vegetali al 100% una bruna non diventerà mai bionda o castana. Al massimo si potrà ottenere degli effetti di luce e dei toni mogano, mentre una bionda potrà ottenere tutte le tonalità più scure.
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