Rimedi naturali contro la depressione
La depressione è una condizione che ha accompagnato da sempre la vita dell’uomo. Storicamente si è attribuita a questo stato una profonda valenza, tanto che la “Melancolia”, la bile nera, era considerata la figlia di Saturno. Nel Rinascimento, era vista come lo stato d’animo capace di stimolare riflessioni intellettuali e una profonda conoscenza di sé.
Questo stato psicopatologico è contraddistinto da abbassamento del tono dell’umore, stanchezza, anedonia. Esistono varie forme di depressione, la definizione ufficiale secondo il DSM IV (Manuale diagnostico e statistico dei disordini mentali) si basa su 8 criteri primari. Se se ne presentano almeno 5 da almeno 1 mese, si determina la diagnosi di depressione:
- inappetenza con riduzione di peso o aumentato appetito con incremento ponderale;
- insonnia o ipersonnia;
- inattività fisica o iperattività;
- perdita di interessi o piacere o perdita del desiderio sessuale;
- perdita di energia, o astenia;
- scarsa stima di sé, sensi di colpa immotivati;
- diminuita capacità di pensare o di concentrazione;
- pensieri ricorrenti di morte o suicidio.
Esiste un’importante casistica di manifestazioni della depressione, che prendono anche il nome di disordini del tono dell’umore e possono configurarsi in una depressione lieve, bipolare con episodi maniacali, depressione stagionale.
La depressione lieve viene anche chiamata Distimica. Chi è affetto da un disturbo unipolare soffre solo di depressione, mentre chi soffre di depressione bipolare alterna periodi di depressione e mania (esaltazione, frequente irritabilità, esagerata autostima, ridotta necessità di dormire, etc.).
Un tempo si credeva che la depressione avesse un’eziologia di tipo sociale e psicologica; da molti studi è stata dimostrata anche una base fisiologica o biochimica. Esistono fattori in grado di modificare lo stato funzionale del cervello, condizionando così il tono dell’umore e il comportamento.
Le cause della depressione
Per spiegare le cause della depressione è necessario fare riferimento sia alla variazione, a livello cerebrale, delle amine biogene, sia a cause di tipo psicologico.
È così complessa la nostra relazione fra ambiente, alimentazione, stile di vita, assunzione di farmaci o patologie specifiche che talvolta è difficile comprendere.
Fattori in grado di causare depressione sono:
- farmaci: neurolettici, ansiolitici, antiipertensivi, antidiabetici, antiparkinsoniani;
- ormoni: estrogeni, cortisonici, progestinici;
- antitumorali;
- patologie preesistenti come: diabete, patologie cardiache, infiammazioni croniche, tumori, malattie del fegato;
- stress (con la complicazione dell’aumento di cortisolo);
- gravidanza e post – partum (circa il 13% di donne lo manifesta);
- sindrome premestruale;
- ipotiroidismo;
- carenze nutrizionali;
- disturbi del sonno;
- ipoglicemia;
- allergie;
- abuso di alcool e bevande caffeiche;
- fumo;
- agenti tossici ambientali;
- predisposizione familiare.
Risulta fondamentale per una valutazione completa, un colloquio al momento dell’anamnesi, per analizzare tutti i fattori che possono aver determinato lo stato depressivo. Purtroppo si cerca quasi sempre la soluzione apparentemente più facile, cioè il farmaco. Considerare la persona nell’insieme delle sue funzioni psico–fisico–spirituali è un dovere di coloro che sono preposti alla guarigione e della società intera.
Sicuramente, l’approccio migliore sarà sempre quello di utilizzare tecniche di psicologia cognitiva, assieme ad un approccio alimentare e fitoterapico adeguato, con la complementarietà del farmaco nei casi più gravi. L’approccio clinico basilare è di verificare se nella genesi della malattia sono coinvolte cause nutrizionali, ambientali, sociali e psicologiche.
Lo stile di vita
Valutando in primis lo stile di vita risulta evidente quanto la società attuale ci ponga a rischio: ogni giorno entriamo in contatto con l’inquinamento atmosferico, la presenza di metalli pesanti, pesticidi, erbicidi, solventi, micotossine, radioattività. E’ dimostrato che tutte queste sostanze hanno affinità con il tessuto nervoso e possono causare sintomi neurologici e psichici vari come cefalee, depressione, confusione mentale, tremori e altro.
Lo stress in generale è una presenza costante nella nostra vita, di cui ormai si conoscono approfonditamente le ricadute a cascata su tutti i sistemi, in particolare il Sistema Nervoso, e questo può essere evidenziato attraverso l’indice di stress surrenalico che monitora i livelli di cortisolo e di diidroepiandrosterone (DHEA) nella saliva.
Gli effetti delle disfunzioni dell’asse ipotalamo–ipofisi–surrene come l’aumentato rilascio di cortisolo sul Sistema Nervoso Centrale inducono depressione, mania, insonnia, nervosismo e, a elevati livelli ematici, induzione dell’enzima triptofano–ossigenasi che abbassa la quantità di triptofano, riducendo quindi la produzione di serotonina e melatonina.
Promuovere sane abitudini di vita sarà sempre d’aiuto, se non addirittura di risoluzione. Il fumo di sigaretta, oltre a essere causa di morte prematura, agisce anche nella genesi della depressione aumentando i livelli di cortisolo e riducendo anche i recettori serotoninergici cerebrali, causando nel cervello una minore sensibilità all’azione della serotonina. Anche le carenze di vitamina C, causate dal fumo, avendo anche questa funzione antiossidante, può causare depressione.
Abbassare o abolire l’uso dell’alcol è un’altra indicazione importante: l’alcol deprime il Sistema Nervoso Centrale, aumenta il rilascio di ormoni surrenali, interferisce con varie funzioni cerebrali e altera i cicli del sonno, oltre a indurre ipoglicemia. L’abuso di sostanze contenenti caffeina, da studi recenti ha evidenziato in soggetti più predisposti, una vera e propria sindrome chiamata caffeinismo, che si manifesta con ansia, crisi di panico, cefalea e depressione.
Le linee guida dietetiche consistono anche nell’equilibrare gli zuccheri (il cervello ne richiede un costante fabbisogno). È stato dimostrato che negli individui depressi è una carenza molto frequente e spesso è sufficiente inserire zuccheri non raffinati nella dieta per avere una remissione della sintomatologia.
Sarà indicata una dieta a elevato contenuto di vegetali, frutta, verdura, cereali, semi, legumi, allontanando grassi saturi, sale, additivi alimentari, zuccheri raffinati. I nutrienti più importanti per il Sistema Nervoso, di cui monitorare l’eventuale carenza, sono principalmente l’acido folico (Vitamina B9) e la Vitamina B12 (in generale tutto il gruppo della Vitamina B). In studi su pazienti depressi, il 35% mostrava carenza di acido folico e negli anziani arrivava anche al 92%. Può dunque essere molto importante implementare i dosaggi di queste sostanze così indispensabili nel metabolismo di molecole cerebrali come i neurotrasmettitori. Ad esempio, la carenza di Vitamina B6 si manifesta molto frequentemente nelle donne depresse che assumono contraccettivi.
Anche una carenza di omega-3 è stata collegata alla depressione. Gli omega-3 concorrono al ricambio, nutrimento e azione selettiva di tutte le membrane, mantenendo l’omeostasi cellulare e dal momento che il cervello è la prima fonte di fosfolipidi (per non parlare di tutte le membrane dei nervi in generale), una corretta funzione cellulare dipende da una corretta fluidità della membrana. Le alterazioni di questa possono portare ad alterazioni del tono dell’umore, del comportamento e delle capacità mentali. Studi recenti hanno dimostrato che in seguito a diete o assunzioni di certi farmaci per l’abbassamento di colesterolo plasmatico (venendo aumentato il rapporto acidi grassi omega-6/omega-3) aumenta il rischio di depressione e suicidi.
Altre sostanze importanti che si sono dimostrate carenti nei soggetti depressi sono il triptofano, la fenilalanina, la tirosina, la S-adenosilmetionina; quest’ultima è uno degli antidepressivi naturali più efficace, che viene sintetizzata dalla metionina, tutte sostanze che contribuiscono alla produzione di monoamine, neurotrasmettitori e fosfolipidi.
Nel migliorare lo stile di vita rientra anche l’esercizio fisico, che talvolta può essere uno dei più efficaci antidepressivi naturali: vari studi clinici hanno dimostrato che migliorare l’attività cardiovascolare e il tono dell’umore produce profondi effetti antidepressivi. Questo viene ascritto all’aumento delle Beta–endorfine con conseguente abbassamento dello stress e miglioramento del profilo emozionale anche con il raggiungimento di una migliore autostima.
Per quanto riguarda i disturbi dell’umore collegati all’alterazione dei ritmi circadiani, sembra che questi siano strettamente legati a una minore o sfasata secrezione di melatonina che regola il ritmo sonno–veglia, collegato alla secrezione di molti ormoni come il cortisolo. In questi casi l’utilizzo di melatonina o di piante contenenti melatonina naturale (Iperico, Withania somnifera, Angelica, Zenzero, Scutellaria, Avena etc.) può risolvere anche casi molto gravi di perdita di sonno e fare da regolatore di certe forme depressive.
Le piante contro la depressione
Sono molte ed efficaci le piante che possono aiutarci nella cura della depressione lieve e moderata e, in supporto ai farmaci, nelle forme più gravi. Dopo un inquadramento generale dell’episodio o dello stato depressivo, dopo aver consigliato uno stile di vita, un ritmo e un’alimentazione adeguata, si potranno inserire fitoterapici che agiscono sia sullo stato generale (in particolare quando lo stress è preminente), con piante adattogene e/o quando è concomitante lo stato ansioso, piante che agiscono sui recettori benzodiazepinici e infine piante con un’accertata azione antidepressiva.
Sappiamo che quando parliamo di piante e in particolare del fitocomplesso, la loro azione è spesso polivalente e non mirata a un solo aspetto del problema come fa il farmaco e sicuramente con minori controindicazioni.
Fra le piante adattogene che agiscono sullo stress psicofisico è indicato l’Eleuterococco, le cui radici contengono glicosidi (Eleuteroside A e G) ad azione aspecifica sull’intero organismo: è indicato per la donna perché non produce effetti legati al metabolismo degli estrogeni. Si consiglia formulazioni estratto analcolico 45 gocce 2 volte al dì o compresse con l’estratto secco standardizzato e titolato.
Qualora alla depressione si accompagnassero anche forme ansiose e astenia, la pianta più utile sarà la Rodiola. Nel rizoma i composti principali sono presenti sotto forma di glicosidi fenolici (Salidroside) e cinnamici (Rosavin, Rosarin, Rodosin, Astragalin, etc.), che inibiscono l’azione di alcuni enzimi che favoriscono la depressione (MAO, COMT) aumentando la produzione e il rilascio dei neurotrasmettitori come la serotonina, amina biogena dalle caratteristiche antiansia e inibitrice del desiderio di carboidrati, e di dopamina. L’estratto secco titolato si può impiegare in compresse da 500 mg 1-3 volte al dì; anche in situazioni di necessità di energia psico-fisica.
Il Ginseng: nella radice si trovano il 2 – 3% di Ginsenolidi, saponine triterpeniche a cui si ascrive l’azione principale. È indicato per l’attività antiastenica, lo stimolo delle funzioni cognitive (azione nootropa), antidepressiva, in tutte le sindromi depressivo–asteniche anche negli anziani.
Il Ginkgo biloba è una pianta di grande interesse da utilizzare anche in alcune forme di depressione secondaria (Alzheimer, esiti di ictus, allergie) e anche per la potente azione antiossidante e neuro protettiva. I suoi costituenti principali sono i Ginkgolidi, il sesquiterpene Bilobalide, i lattoni terpenici, gli acidi carbossilici, i polifenoli (Proantocianidine), i flavonoidi (Quercetina). Avendo un effetto antiaggregante piastrinico se ne dovranno considerare gli ulteriori utilizzi o le controindicazioni specifiche.
Per attenuare gli stati ansiosi spesso con somatizzazioni all’apparato digerente (cinetosi, dispesia, spasmi intestinali, transito intestinale alterato), le piante d’elezione sono:
La Melissa, la cui azione è da ricollegare al fitocomplesso totale: triterpeni, flavonoidi, citrale A. B, citronellale; in estratto analcolico 30 gocce 2-3 volte al dì o compresse con l’estratto secco standardizzato e titolato.
La Passiflora: i costituenti più attivi sono gli alcaloidi indolici e i flavonoidi; ha azione sedativa potenziando eventualmente l’effetto dei farmaci ansiolitici, e antispasmodiche, induttrici del sonno, da consigliare in sostituzione o integrazione di psicofarmaci in un contesto più versatile e con meno controindicazioni.
La Lavanda: componenti principali dell’olio essenziale sono Linalile, Limonene, Cineolo, Linalolo. Per gli effetti ansiolitici, ipnotici, anticonvulsionanti, antispasmodici, ampiamente dimostrati, si rivela una pianta di grande supporto sia per la risoluzione di problemi legati a forme ansioso-depressive lievi sia di supporto a farmaci utilizzati anche in forme psicotiche. Si consiglia la tisana 1 tazza 2 volte al dì o 2–4 gocce di olio essenziale nel miele o yogurt 1–2 volte al giorno.
Nelle sindromi depressive medie–moderate, riferibili a conflittualità interiori, a difficoltà di adattamento a vicissitudini esistenziali e in tutte le forme relative alla “perdita” (un lutto, una separazione, una proibizione, etc.) oltre al supporto psicologico sono consigliabili piante come l’Iperico e la Griffonia e possono essere assunte per periodi prolungati.
L’Iperico, la cui attività è attribuita all’intero fitocomplesso (dopo accurate ricerche per estrarne il principio attivo) che è costituito da Naftodiantroni, Flavonoidi, Floroglucine, Xantoni, manifesta azione antidepressiva per effetto della capacità di inibire la ricaptazione di svariati neurotrasmettitori a livello del Sistema Nervoso Centrale, quali serotonina, noradrenalina, GABA, dopamina e glutammato. L’aumentata concentrazione sinaptica dei neurotrasmettitori che è stata evidenziata in seguito all’inibizione della ricaptazione, comporta aumento della plasticità neuronale con variazioni nella sintesi dei recettori β1 adrenergici, 5-HT1 e 5-HT2.
L’insieme dei componenti dell’Iperico paragonato con altri antidepressivi di sintesi (Fluoxetina, Mirtazapina, Moclobemide) ha dimostrato avere effetti collaterali lievi se non inesistenti. Il dosaggio consigliato è: T. M. 900 mg suddivisi in 3 dosi giornaliere o estratto in compresse.
La Griffonia, i cui semi contengono 5-idrossitriptofano (5-HTP), un precursore della serotonina, induce aumento delle catecolamine e delle endorfine. Viene utilizzata nella depressione associata ad ansia media e nei disturbi distimici. L’estratto titolato in 5-HTP in compresse, si assume 2 compresse 2 volte al giorno, lontano dai pasti.
Anche molte piante a oli essenziali hanno confermato la loro azione neurotonica, antidepressiva. E se gli studi sono spesso insufficienti, l’utilizzo di Oli essenziali di Lavanda, Geranio, Salvia, Timo, Fiori di Arancio, Melissa, Menta, sempre osservando le possibili controindicazioni, sarebbe da promuovere, anche per la loro velocità d’azione.
A questo punto sta alla competenza del terapeuta utilizzare la versatilità delle piante medicinali, in vari contesti depressivi ottimizzando i risultati anche qualora fosse indispensabile usare farmaci.