Le proprietà dei probiotici
Con il nome generico fermenti lattici vengono indicati diversi generi di microrganismi caratterizzati da un metabolismo energetico di tipo fermentativo e i cui metaboliti finali sono alcuni acidi organici come l’acido lattico. A questo gruppo di batteri appartengono i generi Lactobacillus, Lactococcus, Bifidobacterium… .
Tuttavia il concetto di batteri utili alla salute risale all’inizio del XX secolo, quando il premio Nobel Elia Metchinkoff, un ricercatore ucraino dell’Istituto Pasteur di Parigi, intuì come i batteri intestinali influenzassero positivamente la salute. Nasceva così il temine “probiotico” e cioè il concetto di microbo favorevole alla vita dell’ospite. Oggi, i vantaggi dell’assunzione di fermenti probiotici sono indiscussi e accettati dalla comunità scientifica internazionale per i benefici sull’intestino e su tutto l’organismo.
Ogni ceppo deve avere i seguenti requisiti:
- resistenza a pH acido;
- capacità di colonizzazione e di sintesi di sostanze ad azione antimicrobica;
- attività, sicurezza e stabilità garantite;
- effetti benefici documentati.
I fermenti lattici presentano una limitata shelf-life soprattutto a causa dell’umidità e della temperatura, fattori che influiscono sulla conservazione del prodotto. Un altro punto debole è costituito dall’elevata sensibilità alle condizioni gastro-intestinali. Il progresso della biologia cellulare e molecolare ha però reso possibile la selezione di particolari ceppi di probiotici in grado di sopravvivere al passaggio acido nello stomaco e di insediarsi più facilmente nell’intestino. Tecnologie innovative prevedono la doppia protezione a pH acido e a pH alcalino con un’unica matrice polisaccaridica che protegge diversificatamente i batteri nello stomaco e nell’intestino. A pH acido, e quindi nello stomaco, la matrice polisaccaridica, distribuita come un guscio di ricopertura sul batterio, è insolubile. A pH neutro o alcalino, e quindi nell’intestino, la matrice si dissolve: i batteri vengono liberati, si reidratano e ritornano vivi e attivi. Ciò comporta una maggiore biodisponibilità del prodotto che si traduce in un’ottimale colonizzazione dell’intestino a favore di attività ed efficacia dei probiotici.
Le difese intestinali vengono aumentate dai probiotici attraverso meccanismi semplici come quello della resistenza alla colonizzazione da parte dei patogeni, della competizione per i recettori di adesione e attraverso meccanismi complessi come la stimolazione del sistema immunitario intestinale. Il loro contributo alla costituzione di una flora batterica equilibrata è importante:
- per la funzionalità del tratto digestivo;
- per ridurre la produzione dei gas;
- per il metabolismo di acidi biliari, bilirubina, ormoni, zuccheri e lipidi;
- per l’assorbimento e l’utilizzo delle vitamine K, B12, B1, C, acido folico e acido pantotenico;
- in caso di prolungati trattamenti antibiotici.
Numerosi studi hanno interessato il trattamento della diarrea con probiotici dimostrando la loro capacità a ridurre durata e intensità del fenomeno quando causato da:
- infezioni batteriche e virali;
- prolungati trattamenti antibiotici;
- contatto con ceppi patogeni nei diversi luoghi di destinazione di un viaggio (diarrea del viaggiatore);
- trattamenti antibiotici durante la radioterapia.
Un altro campo di applicazione dei probiotici è il trattamento della sindrome del colon irritabile, sia essa a variante diarroica, stitica o mista.
Ma i probiotici non agiscono solo a livello intestinale. La maggior parte dei microrganismi coinvolti nelle infezioni urinarie proviene dall’intestino. I probiotici possono modificare la flora intestinale attraverso un meccanismo competitivo nei confronti dei maggiori patogeni opponendosi all’adesione di questi ultimi all’epitelio vaginale. I benefici sul tratto genito-urinario si esprimono sia attraverso la prevenzione della cistite che nell’ostacolare le recidive.
In caso di Helicobacter pylori si è visto che l’azione benefica dei probiotici è importante non solo per lo squilibrio qualitativo e quantitativo della flora batterica intestinale a seguito della terapia antibiotica, ma anche per la loro azione diretta sull’eradicazione del batterio. Studi in merito hanno potuto dimostrare un aumento del tasso di eradicazione dell’infezione con la somministrazione contemporanea di antibiotici e probiotici. Una spiegazione ipotetica è data dalla possibilità che alcuni ceppi probiotici hanno di inibire il legame tra Helicobacter e recettori di membrana, mentre un’altra ipotesi d’azione riguarda l’influenza dei probiotici proprio sulla vitalità stessa dell’Helicobacter, poiché in grado di diminuire la sua attività ureasica.
Altri interessanti campi di applicazione dei probiotici riguardano:
- l’intolleranza al glutine (celiachia);
- l’intolleranza al lattosio;
- le allergie alimentari.
L’enzima B-galattosidasi, il cui deficit è responsabile dell’intolleranza al lattosio, viene prodotto copiosamente da alcuni batteri probiotici, la cui somministrazione a individui intolleranti al latte risulta efficace contro i disturbi associati. Tale impiego è, inoltre, utile alla celiachia (intolleranza al glutine) che, come conseguenza, ha anche l’intolleranza a latte e lattosio.
L’efficacia dei probiotici è stata sperimentata anche nel trattamento e nella prevenzione delle allergie e dei fenomeni infiammatori a esse associati. Nelle allergie alimentari i probiotici contribuiscono a ripristinare l’equilibrio della flora intestinale, normalizzando la permeabilità della mucosa e riducendo così il passaggio degli antigeni alimentari nei soggetti ipersensibili.
A livello fitoterapico l’associazione ai probiotici di vitamine ed estratti vegetali (per es. lo Zenzero e il Mirtillo nero contro le diarree del viaggiatore o il Mirtillo rosso in quello delle cistiti) dall’azione mirata e sinergica costituisce un indubbio vantaggio nelle specificità d’azione.
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