Rimedi naturali per dormire
Da una recente statistica è emerso che “in Italia soffrono di insonnia fino a 15 milioni di adulti, quasi una persona su due sotto i 50 anni, e il problema è cronico per 5-6 milioni di loro”.
Dormire bene
Un buon riposo è necessario sia per il corpo, sia per la mente; mentre un sonno disturbato o addirittura la sua privazione, conducono a disfunzioni e malattie psicofisiche.
Il sonno, infatti, non è uno stato passivo dell’organismo. Il nostro cervello mantiene attive, se pur in maniera elementare, anche nella fase di sonno le percezioni sensoriali. Prova ne è che gli stimoli visivi, uditivi e tattili sono in grado di interromperlo. E’ proprio durante il sonno che il cervello elabora tutti gli stimoli raccolti nell’arco della giornata: archivia quelli importanti ed elimina quelli superflui. Da ciò si capisce come il sonno rappresenti una fase di continuità con la veglia, biologicamente necessario per permettere all’organismo di adattarsi all’ambiente circostante.
Tra i molti processi fisiologici che avvengono durante il sonno, di rilevante importanza sono:
- la secrezione dell’ormone della crescita (GH);
- la neutralizzazione dei radicali liberi;
- l’aumento delle difese organiche dell’organismo.
Recentemente, uno studio clinico tedesco ha confermato quanto la saggezza popolare afferma da sempre e cioè come periodi di privazione di sonno e l’insonnia vera e propria, predispongano a una maggiore propensione alle malattie. Questo ad esempio è il caso dei malanni di stagione, ai quali si è senz’altro più vulnerabili se si dorme poco.
Quali sono i rimedi naturali contro l’insonnia?
I rimedi naturali per dormire sono la melatonina e alcuni estratti vegetali (Papavero rosso, Escolzia, Passiflora, Tiglio…) che rappresentano una sinergica efficace risposta al problema.
Le proprietà della melatonina sono intimamente correlate al ritmo cicardiano. Il ritmo cicardiano è un ciclo giornaliero, caratterizzato da una periodicità di 24 ore, che si registra nei processi fisiologici degli esseri viventi. Sia un ritardo che un anticipo del ritmo, pongono problemi nella qualità e tempistica del riposo notturno. Un possibile trattamento di questa tipologia di insonnia prevede la somministrazione di melatonina.
La melatonina è una molecola ubiquitaria e ampiamente distribuita in natura, la cui attività funzionale si riscontra in organismi unicellulari, piante, funghi e animali. Nella maggior parte dei vertebrati, tra cui l’uomo, la melatonina viene sintetizzata per lo più nella ghiandola pineale e viene regolata dal ciclo luce/buio dell’ambiente. I pinealociti agiscono da trasduttori neuroendocrini per la secrezione della melatonina durante la fase di buio
La melatonina è centralmente coinvolta:
- nella regolazione del sonno;
- nella funzione di “segnare il tempo”;
- nei processi antiossidanti;
- nei processi immunostimolanti;
- nel trattamento di diversi disordini del sonno da ritmo cicardiano (ad es. il jet-lag e i disordini del sonno di chi effettua turni di lavoro notturni);
- nel trattamento dei sintomi di insonnia in pazienti anziani e depressi.
Uno studio randomizzato condotto a doppio cieco contro placebo, ha dimostrato, in soggetti con problematiche legate a slittamenti della fase del sonno, una riduzione del tempo di veglia nelle persone che avevano assunto 5 mg di melatonina al giorno. Inoltre si è visto che la melatonina aumenta l’efficienza e la durata del sonno.
Disturbo del sonno primari, tra i quali l’insonnia possono essere causati da fattori come stress o assunzione eccessiva di caffeina. I disturbi secondari possono includere anche insonnia, ma i soggetti di questa categoria sviluppano disturbi mentali, come psicosi, ansie e problemi comportamentali, malattie neurologiche come demenza e morbo di Parkinson. In presenza di disturbi primari, la melatonina è efficace quando utilizzata a breve termine per trattare sindromi di ritardo della fase del sonno, mentre in persone con disordini secondari l’influenza di tale molecola si esplica principalmente nell’incremento del tempo totale di sonno.
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